La consulenza online

Il Consulente coniugale e familiare, in quanto professionista socio educativo, è stato chiamato, negli ultimi anni, a confrontarsi con condizioni sociali in rapida e continua evoluzione. Tra queste, la drammatica situazione socio sanitaria globale del COVID, ha fatto da stimolo alla consulenza per cercare nuove modalità di aiuto e di ascolto che accompagnassero il cliente alla ricerca di un suo equilibrio e benessere.

Gli effetti della pandemia

La pandemia ha rappresentato inevitabilmente un aumento della richiesta, soprattutto per una serie di paure ad essa legate come la paura della morte, della solitudine e dell’isolamento, il senso di caducità della vita, il lutto, la paura di impazzire, l’aumento di responsabilità (basti pensare al rapporto adolescenti-anziani), così come tutta una serie di preoccupazioni legate al lavoro, alla famiglia e alla vita in generale che ha creato disagi, malesseri e inquietudini bisognose di essere affrontate insieme ad un professionista. Vista, pertanto, l’impossibilità degli incontri vis a vis, è nata così l’esigenza di incontrare i clienti on line.

Questo nuovo tipo di consulenza familiare è stata di aiuto, nel periodo toccato dal corona virus, perché ha saputo andare incontro ai bisogni di ascolto e di comunicazione delle persone, facendosi carico anche dei loro stati emotivi, della loro ricerca di senso e della loro necessità di creare modi nuovi di stare nelle relazioni affettive e amorose vista la chiusura obbligata e prolungata che ha costretto noi tutti insieme e in casa alla ricerca di un tempo di qualità da trascorrere con noi stessi e con gli altri.

Uno strumento nuovo

Ma se prima è stata una necessità l’utilizzo del pc, oggi, questa modalità non è più in sostituzione di una presenza impossibilitata, ma è divenuta un ulteriore strumento che vede l’utilizzo non solo del setting privato o pubblico.

Così, il consueto incontro tra cliente e consulente che si svolgeva prima esclusivamente in presenza, all’interno di setting privati o pubblici (basti pensare ai consultori), con questi cambiamenti è diventato anche virtuale, permettendo ai soggetti di incontrarsi in modo “speciale” all’interno di una cornice che è quella del web.

Oggi il motivo per cui si ricorre alla consulenza on line non è più la pandemia ma una serie di esigenze diverse, come ad esempio quelle lavorative (trasferimenti o orari che non permettono il raggiungimento dello studio del professionista), problemi di salute che impediscono l’uscita da casa, senso di inibizione o di vergogna a recarsi nei Centri di ascolto, senso di maggiore sicurezza e agio nell’intrattenere la relazione col professionista se mediata dallo schermo, spostamenti all’estero, situazioni di coppia o familiari che vedono tensioni e asprezze tra i soggetti che non riescono per questo a stare nella stessa stanza.

Cosa cambia nella consulenza a distanza?

La modalità della relazione d’aiuto rimane fondamentalmente la stessa: domanda del cliente, intervento professionale del consulente attraverso la relazione empatica non giudicante e non direttiva, attivazione del cambiamento da parte del cliente.

Cambia sicuramente il setting, che non è più il Centro di ascolto o lo studio del consulente, ma si sdoppia in quello del cliente e quello del consulente, due luoghi geografici distinti, che necessitano entrambi di accorgimenti particolari, per cui va ad esempio garantita la privacy senza l’intromissione di altri nello spazio in cui avviene la consulenza, così come non ci devono essere interferenze o distrazioni.

La stanza del Consultorio o dello studio privato rappresentava (e tutt’ora rappresenta per molti) un luogo in cui il cliente si sentiva protetto, al di fuori del contesto in cui viveva quotidianamente e proprio per questo con un potere curativo e benefico.

Anche la nuova gestione dello spazio che il cliente ha con l’online, che gli permette di stare in un luogo da lui scelto ed esclusivo (la sua camera da letto, la sua cucina, il suo soggiorno, l’auto, il suo ufficio, etc.) permette alla persona di sentirsi a proprio agio e in una “comfort zone” che facilita l’esplorazione dei vissuti e del Sé.

Infine, proprio per la sua peculiarità, l’online pone l’accento su alcuni particolari di cui si tiene conto anche in presenza, ma che nel virtuale si massimizzano e si concentrano diventando lo specchio del modo di stare e di essere sia del cliente che del consulente: espressioni facciali, occhi, sorrisi, gesti, tono della voce, timbro della voce, piccoli movimenti come l’avvicinarsi o l’allontanarsi dallo schermo, e così via.

Questi tratti caratteristici e propri della consulenza a distanza piacciono molto a coloro che la utilizzano e al posto di quella intimità, calore e vicinanza che la presenza solitamente garantisce e crea, l’online a sua volta permette al cliente di “abitare” questa sua esperienza in modo più amplificato nel qui ed ora, stimolando maggiormente l’auto-osservazione e l’auto-ascolto del proprio sé in azione.

Non è un caso che i percorsi online abbiano spesso una connotazione motivazionale al cambiamento maggiore e più urgente, in cui il cliente è incoraggiato ad avvicinarsi a sé stesso e alle sue risorse con nuovi stimoli e capacità tutte da esplorare.

Approfondimento a cura di

Stefania Carluccio

Pratica a Macerata e online

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