Riprendo il tema della metafora e propongo direttamente un esercizio di attivazione.
Raffaello Rossi in “L’ascolto costruttivo”, edito da Edizioni Dehoniane, propone un’attivazione molto interessante si tratta di descrivere la mappa del proprio territorio, la propria carta geografica. Applicare una metafora alla propria situazione attuale di vita immaginandola come una mappa geografica.
Non è un esercizio che comporti una valutazione, quindi ognuno può esprimere liberamente ciò che sente e le immagini che gli vengono in mente.
Ci si ferma un attimo, con carta e penna a portata di mano e in una ventina di minuti si cerca di descrivere la propria carta geografica aiutati dalle domande – che io ho ripreso pari pari dal libro.
IMMAGINO DI AVERE DAVANTI UN ATLANTE 1. Lo sfoglio lentamente, osservo alcune carte geografiche … 2. Ora trovo una carta geografica che rappresenta me stesso … 3. A quale stato, paese, area geografica (reale o fantastica) mi sento di corrispondere? 4. È un territorio vasto o limitato? 5. Con chi confino (fisicamente, simbolicamente, con territori, ma anche con persone, situazioni, problemi superati o irrisolti)? Quali sono i miei limiti esterni (quelli che si vedono)? 6. Il mio è un territorio pianeggiante, collinare o montagnoso? 7. Quali sono e come sono le mie pianure? E le mie colline? E le mie montagne? 8. Cosa provo di fronte alle mie montagne? Le scalo, le aggiro, le evito? Come mai? 9. Sono vicino o lontano dal mare? Che sensazione mi dà il mare che c’è in me (se c’è)? 10. Ci sono corsi d’acqua, fiumi, laghi? Come sono, che aspetto hanno? 11. La terra è coltivata, selvaggia o brulla? Che cosa provo a osservarla? 12. Se mi immagino ora la capitale dello stato o del paese che io sono, come la vedo? È una metropoli o un piccolo paese? È ordinata o caotica? È affollata o solitaria? Mi piace? Come mai? 13. Come è impostata l’economia del paese che io sono? È agricola, industriale, commerciale, terziaria, turistica, ecc .? Mi soddisfa come è gestita? C’è qualcosa che cambierei? Come mai? 14. Quale tipo di governo regge il paese o lo stato che io sono? È un governo democratico o autoritario? È una repubblica o una monarchia? Chi ne è al comando attualmente? E 5 anni.fa chi comandava? È soggetto a frequenti cambiamenti? Com’è il dibattito interno? E il rapporto con l’estero? Cosa provo nei confronti di questo governo? C’è qualcosa che vorreicambiare? Come potrei farlo? E in quanto tempo? 15. Quali e quante guerre ha affrontato nella sua storia? 16. Quali sono i prodotti tipici del paese o dello stato che io sono? Per cosasi distingue dagli altri paesi o stati? Quali sono i suoi 3 pregi principali? Ei suoi 2 punti deboli più caratteristici? |
Al termine dell’esercizio possiamo ancora valutare come abbiamo vissuto questo momento, quali emozioni ci ha dato, quali sensazioni, quali pensieri e le reazioni che abbiamo avuto.
Ritroviamo un’altra volta la metafora ma in questo caso non viene utilizzata dal consulente per mostrare qualcosa, ma dal cliente per aiutarsi a definire alcune cose di se che, in alcuni casi, altrimenti troverebbe più complesso fare.
Ricordo, con un profondo piacere, una consulenza in cui con la stessa logica avevo proposto di descrivere la mappa del proprio regno, le terre che lo circondavano, le popolazioni che lo frequentavano, le costruzioni che vi insistevano ed infine il proprio castello, quali zone c’erano, le stalle, le cucine ecc. chi le frequentava ed a chi era interdetto l’accesso, le sale del regno ed infine la rocca dove ritirarsi ad estrema difesa e dove solo pochi potevano entrare. come era fatta questa rocca, quando veniva usata e, come detto, chi poteva accedervi nei momenti di crisi.
Questo ha aiutato la persona a ridefinire alcuni rapporti e a viverli poi più serenamente.